La ricetta digitale in Italia ormai ha raggiunto una diffusione capillare con una media nazionale che sfiora l’85%: secondo i dati diffusi da Federfarma infatti l’83.99% delle ricette emesse dai medici italiani è ormai dematerializzato.
A guidare la classifica la Regione Campania con una percentuale del 93.83%. I dati, elaborati da Promofarma e aggiornati a Novembre 2017, fanno registrare un ottimo +4.7% a livello nazionale rispetto a gennaio 2017.
Vediamo nel dettaglio in che percentuali viene utilizzata la ricetta digitale nelle regioni e nelle province autonome italiane:
Dopo i primi dubbi iniziali dunque la ricetta digitale è diventata parte integrante della quotidianità dei medici italiani e dei loro assistiti. Si tratta senza dubbio di un risultato importante all’interno di uno scenario in cui anche la sanità italiana sarà sempre più digitale.
Ricordiamo che il primo passo di questa rivoluzione è datato 2003, con l’art. 50 della legge 326/2003 che ha introdotto la ricetta (cartacea) standardizzata e la tessera sanitaria (TS). Nel 2008 è arrivato l’obbligo di invio dei dati di tutte le ricette da parte delle farmacie, e poi nel 2011 anche da parte dei medici.
Infine a partire dal 1° marzo 2016, è diventata operativa la normativa che disciplina la circolarità nazionale della ricetta, ultimo atto di questo processo di dematerializzazione.
La ricetta digitale nasce per sincronizzare tutte le attività di prescrizione da parte del medico e di erogazione da parte della farmacia e di eliminare ogni supporto cartaceo.